Consulta per la Legalità


Testata Consulta per la legalità

Promossa dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con Avviso Pubblico è nata a Torino il progetto “Consulta della Legalità” 

Nasce a Torino il progetto “Consulta per la Legalità” promosso dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con l’associazione Avviso Pubblico. 

Obiettivo della Consulta per la legalità è quello di formare gli imprenditori per prevenire e contrastare le infiltrazioni mafiose sul territorio torinese.

Tra le principali finalità del progetto: 

  • promuovere una rete di legalità organizzata sull’intero territorio della provincia di Torino, attraverso l’informazione e la formazione degli imprenditori; 
  • creare un tavolo permanente di confronto e collaborazione con le Autorità preposte e le Forze dell’Ordine che permetta il monitoraggio del fenomeno;
  • lo scambio di informazioni e segnalazioni, nonché la valutazione dell’impatto delle azioni che si metteranno in campo, soprattutto in termini di prevenzione, consapevolezza e di reazione della parte sana dell’economia torinese. 

Obiettivo, inoltre, anche il rafforzamento del rapporto tra la Camera di commercio di Torino, i comuni e le associazioni della provincia di Torino, finalizzato alla creazione di eventi specifici di formazione e sensibilizzazione sul territorio.

Tra le prime azioni in programma, la costituzione di gruppi di lavoro tematici, lo svolgimento di un percorso formativo con quattro seminari dedicati alla conoscenza del fenomeno mafiosi nei vari comparti dell’economia (agricoltura, carburanti, edilizia, logistica, trasporti, turismo e rifiuti) e un convegno finale, infine la realizzazione di un vademecum online con indicazione dei soggetti a cui segnalare eventuali situazioni sospette e le modalità per farlo.

La situazione delle mafie in Italia

Le mafie italiane

Le mafie italiane hanno diversi nomi, declinati in base alla provenienza geografica. Le principali mafie italiane sono: Cosa nostra (Sicilia), ‘Ndrangheta (Calabria), Camorra (Campania), Sacra corona unita (Puglia). Si tratta di organizzazioni diverse per struttura, evoluzione, capacità di penetrazione in territori diversi da quelli di origine e nell’economia legale.

Altre mafie presenti in Italia sono: la Società foggiana in Puglia, i Basilischi in Lucania, la Stidda in Sicilia. In tempi relativamente recenti organizzazioni criminali di tipo mafioso si sono sviluppate nel Lazio. In Veneto, dalla metà degli anni ‘70 alla metà degli anni ‘90 del XX secolo ha operato un’organizzazione mafiosa denominata “Mafia del Brenta”, capeggiata da Felice Maniero.

Le mafie straniere

Dagli anni Novanta del secolo scorso, anche a causa dei cambiamenti geopolitici generati dalla caduta del muro di Berlino, in Italia hanno iniziato ad operare organizzazioni mafiose di origine straniera, provenienti dal Sud America, dalla regione balcanica e dal continente asiatico e africano. I gruppi criminali stranieri sono attivi soprattutto nel traffico di droga e nel traffico e sfruttamento di persone, in particolare a fini sessuali (prostituzione) e di lavoro forzato. I rapporti tra mafie italiane e straniere si registrano, soprattutto, nel settore del traffico di droga e della contraffazione di prodotti.

Gli obiettivi delle mafie

Il fine delle mafie è quello di acquisire ricchezza e potere, rapidamente e impunemente, attraverso l’esercizio della corruzione, dell’intimidazione e della violenza. A differenza di altre forme di criminalità organizzata, per raggiungere il loro scopo, le mafie si caratterizzano per la loro capacità di instaurare rapporti con persone che appartengono a cerchie sociali esterne al mondo criminale - la cosiddetta “area grigia” - come ad esempio esponenti politici, imprenditori, liberi professionisti, operatori delle forze dell’ordine e della magistratura, o del mondo finanziario.

La prova dell’esistenza di questi rapporti si evince non solo dalle inchieste giudiziarie ma anche, ad esempio, dal numero dei Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, delle interdittive antimafia emesse dalle prefetture, dalle operazioni finanziarie sospette segnalate dall’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, dal numero di beni e aziende confiscate segnalato dall’Agenzia nazionale istituita per gestire i patrimoni sottratti definitivamente ai mafiosi.

Il fenomeno mafioso non può essere considerato esclusivamente un problema di ordine pubblico, risolvibile impiegando le forze di polizia e la magistratura, che riguarda le regioni del Sud d’Italia. Esso è una questione nazionale ed internazionale e costituisce una attuale e concreta minaccia per la democrazia, l’economia e la sicurezza dei cittadini.

Per affrontare e sconfiggere le mafie occorre un forte impegno corale sul versante della prevenzione che veda impegnate le istituzioni, la politica, la scuola e l’università, il mondo economico-produttivo e finanziario e la cittadinanza.

I mercati delle mafie

Le mafie detengono ingenti capitali frutto del compimento di una serie di reati, tra cui spicca senza dubbio il mercato degli stupefacenti che produce decine di miliardi di euro ogni anno.

La notevole capacità finanziaria ha fatto sì che le mafie siano in grado di agire anche come imprese e come banche, capaci di operare contemporaneamente sia nei mercati illeciti - si pensi all’usura o al traffico di rifiuti - che in quelli leciti, tra cui i settori dell’edilizia, dei trasporti, del turismo, il gioco d’azzardo, ecc. I capitali sporchi vengono inseriti nell’economia legale attraverso l’usura e il riciclaggio.

La pandemia ha messo in evidenza anche la capacità delle mafie di inserirsi nel mercato della compravendita dei dispositivi di protezione individuale, di materiale medico-sanitario, nonché nel mercato della sanificazione e delle onoranze funebri.

I reati spia

Vi sono fatti, accadimenti, delitti non immediatamente riconducibili alla presenza di organizzazioni criminali sul territorio, ma che vengono identificati dalle forze di polizia come “reati-spia” di una possibile attività criminale. Tra questi:

Le intimidazioni: incendi, lettere minatorie, aggressioni, danneggiamenti, ad amministratori locali, ad imprenditori, a giornalisti e attivisti presenti sul territorio;
Estorsioni e usura: sono i due metodi più utilizzati dalle organizzazioni criminali per far sentire la propria presenza e ampliare la capacità di controllo sul territorio;
Incendi di rifiuti, di discariche abusive e impianti di trattamento: le fiamme possono servire a smaltire rifiuti stoccati illegalmente, oppure ad intimidire aziende che operano nel settore legale; 
L’aumento di consumo di stupefacenti, dimostrato anche dai dati sui sequestri, le denunce e gli arresti effettuati dalle forze di polizia;
Il numero di segnalazioni di operazioni  finanziarie sospette alla Banca d’Italia da istituti di credito, professionisti ed altri operatori a cui vengono richieste movimentazioni di denaro. Operazioni che potrebbero nascondere forme di riciclaggio di denaro frutto di attività illecite.

Prevenire e contrastare: casa fare 

Le mafie si possono sconfiggere a condizione che insieme all’attività repressiva svolta dalle forze di polizia e dalla magistratura si attui, contemporaneamente, un’attività preventiva che veda come protagonisti il mondo delle imprese, delle libere professioni, del sindacato, delle associazioni, delle banche, delle istituzioni, della politica, della scuola e dell’università.

Un tessuto economico e sociale sano, che rispetta le regole, opera con trasparenza e in cui non vi è richiesta di servizi illegali è un ambiente difficilmente permeabile dalle mafie. Al contrario, laddove questi servizi vengono richiesti, le organizzazioni di stampo mafioso si insediano, mettono radici e influenzano, peggiorandole, le dinamiche socio-economiche del territorio.

Da parte degli imprenditori e di tutte le categorie componenti la Camera di Commercio, è importante comprendere che rivolgersi alle mafie pensando di ottenere dei vantaggi è una pessima idea. I mafiosi, infatti, non risolvono problemi, li creano. Essi mirano ad impossessarsi delle imprese e delle attività commerciali. Pertanto è importante:

  • denunciare alle autorità competenti qualsiasi situazione di criticità di cui si è venuti a conoscenza o nella quale si è pensa di essere finiti;
  • non chiedere mai capitali al di fuori dei circuiti del credito legale;
  • non chiedere mai servizi illegali come ad esempio: il recupero dei crediti, lo smaltimento di rifiuti, l’intermediazione di manodopera, guardiania nei cantieri, ecc.
  • adottare modelli di selezione dei fornitori, controllare chi sono, come e dove operano;
  • adottare modelli che aiutino a capire chi sono i principali partner economici;
  • formalizzare procedure e modelli organizzativi (es. Modello organizzativo di gestione e controllo dei rischi previsto dal DLgs 231/01)
  • svolgere analisi di gestione dei rischi, anche mediante procedure di controllo interne
  • valutare la possibilità di ottenere il rating di legalità
  • per i liberi professionisti: evitare di fornire servizi e consulenze a persone o realtà di cui si sospetta il legame con organizzazioni criminali di tipo mafioso e segnalare le operazioni finanziarie sospette.

Chi denuncia lo può fare in modo protetto e sicuro alle autorità competenti.

Chi denuncia protegge se stesso e la comunità in cui vive e il mercato in cui lavora.
 

 

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Venerdì, Ottobre 25, 2024 - 09:39

Aggiornato il: Venerdì, Ottobre 25, 2024 - 09:39

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