4.1 - Imposte dirette e indirette


Come abbiamo visto nel capitolo precedente, le rilevazioni effettuate tramite le scritture contabili obbligatorie sono indispensabili:

• ai fini civilistici, per documentare ai terzi i risultati dell’attività aziendale;
• ai fini delle imposte dirette, per determinare la «base imponibile», cioè il valore prodotto dall’attività aziendale e che deve essere assoggettato ad imposizione diretta;
ai fini delle imposte indirette, per poter conteggiare l’Iva da versare all’Erario.

In questo capitolo approfondiremo gli ultimi due aspetti, con un’avvertenza che è sempre bene ripetere: le nozioni fornite di seguito servono esclusivamente a poter «comunicare» col proprio commercialista, e non hanno certo la pretesa di essere esaurienti.

Data l’estrema complessità della materia, rimandiamo perciò il lettore a pubblicazioni specializzate per tutti gli approfondimenti in merito.

Ciò premesso, diamo di seguito qualche breve cenno sulle principali imposte1 a cui è assoggettato l’imprenditore. Nel sistema tributario italiano le imposte si distinguono in dirette ed indirette.

► Le imposte dirette sono quelle che colpiscono direttamente la ricchezza, già esistente (il patrimonio) o nel momento in cui si produce (il reddito).
Al momento in cui si scrive le principali imposte dirette sono:
• l’Irpef – Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche: è un’imposta progressiva, cioè al crescere del reddito imponibile aumenta il valore delle aliquote da applicare sulle ulteriori quote di reddito;
• l’Ires – Imposta sul Reddito delle Società (che ha sostituito l’Irpeg dal 1.1.04): è un’imposta proporzionale: cioè, a differenza dell’Irpef, l’aliquota è fissa (Al momento in cui si scrive è fissata al 27,5%.) e non muta al variare del reddito imponibile;
• l’IrapImposta Regionale sulle Attività Produttive: è anch’essa un’imposta proporzionale, gravante sui «redditi» (da intendersi in una accezione particolare) prodotti nell’esercizio di imprese, arti e professioni (con particolari limiti nel caso di artisti e professionisti.): ha un’aliquota fissa(in genere del 3,9%)

► Le imposte indirette sono quelle che colpiscono indirettamente la ricchezza, nel momento in cui viene spesa (es. l’Iva che colpisce i consumi) o trasferita (es. l’imposta di registro che grava sui passaggi di proprietà.Oltre che su tutta una serie di atti soggetti a registrazione (es. contratti di locazione, operazioni societarie, ecc.). Tra tutte la più importante è l’Iva – Imposta sul Valore Aggiunto, con aliquote diverse secondo la natura dei prodotti o dei servizi venduti (al momento in cui si scrive quella principale è del 21% - a decorrere dal 17 settembre 2011).

Vediamo più da vicino gli obblighi tributari dell’imprenditore, sia per la più importante delle imposte indirette, l’Iva, che per le imposte dirette (Irpef, Ires e Irap).


1Nel linguaggio corrente «imposte» e «tasse» sono sinonimi. In realtà le imposte sono tributi che colpiscono i redditi o i patrimoni (imposte dirette) e i consumi (imposte indirette) senza alcuna relazione con i servizi ricevuti dal cittadino; le tasse e i diritti invece sono tributi pagati per usufruire di un servizio specifico reso dallo Stato o dall’Ente locale (es. nettezza urbana, iscrizione alla Camera di commercio, ecc.).

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09/11/2015 - 12:49

Aggiornato il: 09/11/2015 - 12:49