6.2 - Alcune domande sulla CSR


Cosa fa un’impresa socialmente responsabile?

La responsabilità sociale è innanzitutto una scelta volontaria, di tipo etico. Quando un’impresa decide di diventare socialmente responsabile la sua gestione, come sopra accennato, non può più limitarsi agli aspetti economici e finanziari, guardando solo agli interessi dei suoi proprietari e azionisti. Essa invece svolge la sua attività cercando di tener conto:

• del contesto socio-ambientale in cui opera: facendosi cioè carico dell’influenza – positiva o negativa – che con la sua attività esercita sull’ambiente e sulla comunità in cui è inserita;
• di tutti i soggetti (persone o organizzazioni) con cui entra in contatto a vario titolo, che possono avere interesse nei confronti delle attività dell’azienda, subirne un qualche tipo di effetto o avere influenza su di essa: tali soggetti vengono chiamati «stakeholder», espressione che in italiano viene solitamente tradotta con «portatori d’interesse».

Chi sono gli «stakeholder»?

I principali e più ricorrenti stakeholder aziendali sono:

• i clienti,
• i fornitori,
• il personale interno,
• gli eventuali soci ed azionisti (chiamati anche shareholder),1
• le istituzioni e la pubblica amministrazione,
• l’ambiente,
• la collettività in genere.

Che vantaggi ha l’impresa socialmente responsabile?

I benefici possono riguardare svariati aspetti. La responsabilità sociale infatti:

• contribuisce a creare un miglior clima aziendale interno, più sicuro e motivante, aumentando la capacità dell’impresa di attrarre personale qualificato e produttivo;2
• procura vantaggi relazionali col contesto esterno, poiché una cultura d’impresa orientata al confronto agevola la creazione di rapporti improntati alla fiducia e al soddisfacimento dei reciproci bisogni;
• consente di sviluppare un rapporto stabile e duraturo con i clienti, basato sulla fiducia nel prodotto/servizio e nell’azienda che lo offre;
• migliora l’immagine e la reputazione dell’impresa;
• può facilitare l’accesso alle fonti di finanziamento, poiché le imprese responsabili sono percepite con un più basso profilo di rischio;
• è un vero e proprio fattore di competitività: un’impresa con un rapporto equilibrato con il proprio territorio – che crea valore non solo per i propri proprietari/azionisti (shareholder) ma anche per tutti gli altri soggetti interessati (stakeholder) – è in grado non solo di rafforzare la propria identità, ma produce anche migliori prospettive economiche a lungo termine. 3

Oltre all’aspetto etico la CSR comporta spesso – anche – un significativo ritorno economico. Basti pensare che, come dimostrato da diverse ricerche:

• il dipendente «felice» aumenta il fatturato aziendale;
• i consumatori sono sempre più sensibili alle tematiche ambientali e scelgono sempre di più prodotti ed aziende «verdi».

La CSR può essere praticata solo dalle grandi imprese?

Non solo le grandi imprese, in grado di destinare importanti risorse, possono praticare la responsabilità sociale. Anzi, molti degli sviluppi più innovativi nell’ambito della CSR hanno origine proprio tra le piccole e medie imprese, che hanno spesso una naturale vocazione verso pratiche socialmente responsabili per alcune delle peculiarità che le caratterizzano, quali:

• la prossimità alla comunità locale e il forte radicamento nel territorio;
• l’influenza dell’imprenditore come persona sia all’interno che all’esterno dell’impresa;
• una migliore capacità di adattamento ai cambiamenti della società e dell’ambiente circostante.


1 Shareholder significa azionista, persona che possiede (hold) una quota (share) di una società. Stakeholder invece indica chi ha un interesse particolare verso un’impresa, pur non possedendo azioni e anche se il suo coinvolgimento non è di natura finanziaria.
2 La responsabilità sociale accresce la motivazione e la lealtà dei dipendenti verso l’azienda. Lo pensa il 92% dei lavoratori intervistati (fonte: «CSR Monitor 2009», GfK Eurisko).

3 A fronte di risultati economici simili nel breve periodo, si manifesta un rischio nettamente inferiore nel lungo periodo per le imprese che si preoccupano anche di creare valore per gli stakeholder piuttosto che competere solo sui costi (fonte: «Valore, imprese e sistema Paese. Strategie d’azienda per la generazione di valore sostenibile» a cura del CReSV dell’Università Bocconi).

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09/11/2015 - 15:35

Aggiornato il: 09/11/2015 - 15:35