1.2 - La contabilità generale


Non è possibile redigere il bilancio, ed in particolare il conto economico, senza tenere la contabilità.

La contabilità generale è un sistema di registrazione delle vicende aziendali. In particolare permette di tenere memoria di tutti i rapporti di scambio (vendite, acquisti, incassi, pagamenti, ecc.) fra l’azienda e l’ambiente esterno.

Scopo della contabilità generale è quello di arrivare al bilancio di esercizio, e quindi di misurare:

• attraverso il conto economico, il reddito prodotto dall’azienda ogni anno: ossia l’utile o la perdita derivanti dallo svolgimento della gestione;
• attraverso lo stato patrimoniale, il capitale disponibile in un dato momento: ovvero da un lato il complesso degli investimenti, e dall’altro l’insieme dei finanziamenti (debiti e capitale proprio).

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29/10/2015 - 11:27

Aggiornato il: 29/10/2015 - 11:27

1.2.1 - La partita doppia


La contabilità generale è tenuta con il metodo della «partita doppia». Esso richiede che i fatti aziendali siano esaminati sotto due aspetti:

• l’aspetto finanziario;
• l’aspetto economico-patrimoniale.

► Nell’aspetto finanziario si osservano le operazioni di gestione in termini di entrate ed uscite di moneta che esse provocano. Tali movimenti possono essere in denaro contante o rappresentati temporaneamente dal formarsi di crediti e debiti. Questi non sono altro che movimenti di denaro differiti nel tempo.
► Nell’aspetto economico l’attenzione è rivolta ai valori degli elementi chiave del processo produttivo: fattori produttivi e prodotti. Si indicano come costi i valori dei fattori produttivi acquistati e come ricavi i valori dei prodotti venduti.

L’aspetto economico rappresenta, per così dire, la causa che produce i movimenti finanziari.

Per la registrazione dei suddetti aspetti delle operazioni aziendali la contabilità generale utilizza particolari tabelle dette conti.

I conti si distinguono, pertanto, in due grandi classi:
• conti finanziari, che raccolgono i valori di entrate, uscite, debiti e crediti;
• conti economici (di reddito e patrimoniali), che raccolgono i valori dei costi e dei ricavi (o degli elementi che formano il patrimonio).

Così, ad esempio:

• nell’aspetto finanziario,
- il conto «cassa» indicherà i movimenti di denaro contante derivante dalle operazioni di gestione;
- il conto «clienti» i crediti che l’impresa deve riscuotere dai propri clienti;
- il conto «fornitori» i debiti che l’impresa deve pagare ai propri fornitori;

• nell’aspetto economico-patrimoniale,
- il conto «impianti» indicherà il valore del fattore produttivo impianti;
- il conto «merci c/vendite» il ricavo dei prodotti venduti.

La tenuta delle scritture secondo il metodo della partita doppia richiede che le rilevazioni contabili vengano redatte in due appositi registri:

• libro giornale: in esso vengono annotati, giorno per giorno, i movimenti contabili relativi ad ogni singola operazione di gestione;
• libro mastro: raccoglie i prospetti (i cosiddetti «mastrini») relativi a tutti i conti impiegati dall’impresa. In esso vengono quindi riportati i movimenti dei conti, corrispondenti alle registrazioni del libro giornale.

Se l’attività dell’impresa non richiede l’impiego di molti conti, le scritture contabili in partita doppia possono essere redatte utilizzando un unico registro chiamato «giornalmastro», il quale costituisce una sorta di fusione dei due libri sopra indicati.

È bene ricordare, comunque, che con il diffondersi degli strumenti informatici, oggi l’utilizzo dei sistemi contabili di rilevazione puramente cartacei è quasi nullo.

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05/11/2015 - 10:58

Aggiornato il: 05/11/2015 - 10:58

1.2.2 - Dalla contabilità al bilancio: un passaggio delicato


La corretta determinazione del reddito

Al 31 dicembre l’impresa deve «tirare le fila» delle rilevazioni contabili, al fine di determinare il reddito prodotto dalla gestione ed evidenziare il capitale utilizzato a questo scopo. Il reddito è indubbiamente la grandezza più «importante». La sua determinazione, sulla base dei valori raccolti nei conti, non è tuttavia immediata. Vediamo il perché, riflettendo su alcuni esempi.

► Durante l’anno l’imprenditore acquista un impianto per l’importo di centomila euro. Contabilmente ciò darà luogo ad un movimento finanziario (esborso) da un lato e ad un costo dall’altro.
►Tuttavia il costo sostenuto per l’impianto non può essere considerato interamente come costo dell’anno. L’impianto, infatti, verrà utilizzato come mezzo di produzione per diversi anni. Il suo costo, dunque, deve essere suddiviso fra i vari anni in cui l’impianto è utilizzato, e pertanto considerato solo in parte «di competenza» dell’esercizio.1
► Supponiamo che l’azienda abbia dei dipendenti. Quando essi cesseranno il rapporto di lavoro, l’azienda sarà tenuta per legge a versare loro la «liquidazione».

Quest’ultima costituisce evidentemente un costo per l’impresa. L’esborso finanziario corrispondente a tale costo avviene nell’anno in cui cessa il rapporto di lavoro. Tuttavia tale costo non può essere considerato tutto di competenza dell’anno in cui si manifesterà; per quote, esso appartiene anche agli anni precedenti.

Come è noto infatti, l’importo della liquidazione dipende dalla durata del rapporto di lavoro: matura cioè periodo per periodo. Al termine di ogni anno, allora, l’impresa deve conteggiare fra i propri costi la quota di costo per liquidazione maturata, anche se ancora non ha comportato esborsi finanziari.

Rettifica e integrazione

Cosa ci dicono questi esempi?

• Alcuni costi ed alcuni ricavi che hanno avuto manifestazione finanziaria sono eccedenti rispetto a quanto compete all’anno. Essi devono quindi essere decurtati, ripartendoli fra gli anni di competenza: questa operazione è detta «rettifica».
• Alcuni costi, pur non avendo avuto manifestazione finanziaria durante l’anno (cioè: anche se non sono stati ancora pagati), devono essere inclusi tra i costi dell’anno; ugualmente alcuni ricavi devono essere inclusi tra i ricavi dell’anno, pur non essendo stati incassati in tale periodo: questa operazione è detta «integrazione».

In conclusione: il reddito non si può determinare né come semplice somma algebrica dei ricavi e dei costi rilevati durante l’anno, né tanto meno come differenza tra entrate e uscite verificatesi nell’anno.

Le operazioni di rettifica e integrazione2 (che nel loro complesso sono dette operazioni, o scritture, di assestamento dei conti) sono quindi di fondamentale importanza per costruire correttamente il conto economico e lo stato patrimoniale che formano il bilancio dell’impresa.


1 Questo avviene attraverso la procedura tecnico-contabile dell’«ammortamento».
2 Oltre che di ammortamento.

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09/11/2015 - 12:33

Aggiornato il: 09/11/2015 - 12:33