1.3 - "Ripensare" il bilancio: la riclassificazione


Il bilancio non è, come credono alcuni, una pura formalità amministrativa.

Un bilancio ben fatto è come una radiografia: consente di controllare lo «stato di salute» dell’impresa.

Ma perché ciò sia possibile, i prospetti di bilancio devono essere rielaborati in modo da renderli più utili ai fini di analisi della gestione. Questa operazione è detta «riclassificazione».

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05/11/2015 - 10:59

Aggiornato il: 05/11/2015 - 10:59

1.3.1 - Lo Stato Patrimoniale riclassificato


Lo stato patrimoniale riclassificato

Lo stato patrimoniale riclassificato fornisce una diversa e più adeguata rappresentazione dei valori di impieghi (attività) e fonti di capitale (passività).

Il criterio più seguito per riclassificare tali valori è quello finanziario,1 che si basa sulla velocità di trasformazione in denaro (sotto forma di incassi e pagamenti) dei valori stessi.

Secondo il criterio finanziario possiamo quindi distinguere:

• gli impieghi di capitale (o attività) liquidabili in breve tempo (ad es. BOT semestrali) e quelli che rappresentano investimenti di durata pluriennale (ad es. impianti e macchinari);

• le fonti di capitale (o passività) da ripagare in breve tempo (ad es. lo scoperto di conto corrente) e quelle che rappresentano finanziamenti di durata pluriennale (ad es. il mutuo).

►I valori delle attività sono ripartiti in due grandi classi:2
• attività correnti (o capitale circolante lordo): esprimono investimenti destinati a ritornare in moneta in tempi brevi;
• attività immobilizzate (o capitale fisso): esprimono l’entità degli investimenti durevoli.

► I valori delle passività e del capitale netto sono suddivisi nelle seguenti classi:
• passività correnti: indicano il complesso dei debiti a breve termine;
• passività consolidate: indicano quello dei debiti a medio-lungo termine;
• capitale netto (o proprio): come detto più volte in precedenza, esprime la consistenza del patrimonio, di proprietà dell’imprenditore, utilizzato per finanziare l’azienda.

La tavola seguente riassume ed esemplifica quanto sopra, offrendo una rielaborazione dello stato patrimoniale già visto in precedenza (dati puramente indicativi, in migliaia di euro).

Alcune cose degne di puntualizzazione:
• Le poste rettificative dell’attivo, quali il fondo ammortamento, il fondo svalutazione crediti, ecc., sono portate direttamente in detrazione delle poste attive alle quali si riferiscono, per cui gli impianti sono al netto dei rispettivi fondi ammortamento.
• Le rimanenze di magazzino sono considerate attività correnti.
• I debiti a medio-lungo termine, oggetto di rimborso secondo rate periodiche, vanno distinti in due quote:
- le rate che scadono entro un anno: queste devono essere incluse fra le passività correnti;
- le rate restanti.
• Considerazioni analoghe valgono per i fondi spese future: ove possibile, occorre distinguere le quote che avranno presumibilmente manifestazione nell’anno successivo dalle altre di più lontana scadenza.


1 Esistono anche altri criteri, tra cui quello detto «funzionale» (usato solo per esigenze particolari), in cui le voci di bilancio sono riclassificate in base al loro collegamento con le diverse aree gestionali dell’impresa.
2  All’interno delle due classi si possono poi eventualmente operare ulteriori suddivisioni e raggruppamenti.

Schema di Stato Patrimoniale riclassificato

Stato patrimoniale riclassificato

Investimenti

Finanziamenti

 

 

 

 

Attività correnti

 

Passività correnti

 

 

 

 

 

Liquidità immediate:

 

Debiti verso fornitori

120

Cassa

5

Banche c/c passivi

450

Banche c/c attivi

40

Debiti diversi a breve

100

 

 

Altri fondi correnti

110

Liquidità differite:

 

Parte corrente mutui passivi

50

Crediti netti verso clienti

210

 

 

Crediti diversi a breve

75

Passività consolidate

 

 

 

 

 

Rimanenze:

 

Mutui passivi

450

Materie prime

60

Fondo T.F.R.

130

Semilavorati

130

 

 

Prodotti finiti

130

TOTALE FONTI ESTERNE

1410

 

 

 

 

Attività immobilizzate

 

Capitale netto

 

 

 

 

 

Immobilizzazioni materiali nette:

 

Capitale sociale

150

Terreni

140

Fondi di riserva

50

Fabbricati

450

Utili di esercizio

110

Impianti e macchinari

300

 

 

Mobili e arredi

80

TOTALE FONTI INTERNE

310

 

 

 

 

Immobilizzazioni immateriali:

 

 

 

Brevetti

60

 

 

Marchi

40

 

 

 

 

 

 

TOTALE IMPIEGHI

1720

TOTALE FONTI

1720

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09/11/2015 - 12:34

Aggiornato il: 09/11/2015 - 12:34

1.3.2 - Il Conto Economico riclassificato


Il conto economico da noi presentato in precedenza evidenzia solo il reddito, cioè il risultato, della gestione complessivamente svolta (utile o perdita di esercizio). Si parla appunto, in senso generale, di gestione «reddituale». Il conto economico riclassificato permette invece di distinguere, all’interno della gestione reddituale complessiva:

• il reddito della gestione ordinaria (o corrente);
• il reddito della gestione straordinaria.

► La gestione ordinaria (o corrente) comprende tutte le normali operazioni aziendali e si articola, a sua volta, in:
• gestione caratteristica, da cui derivano costi e ricavi relativi all’attività tipica dell’azienda (es. produzione di scarpe sportive);
• gestione accessorio-patrimoniale, che comporta costi e ricavi dovuti alle attività accessorie rispetto all’attività tipica (es. affitti attivi di immobili ad uso investimento);
• gestione finanziaria, volta al reperimento dei mezzi finanziari necessari all’attività d’impresa e all’impiego delle risorse eccedenti.1

► La gestione straordinaria comprende costi e ricavi che derivano da fenomeni di carattere episodico ed eccezionale, come ad esempio i furti, gli incendi, le vendite di «beni ammortizzabili» (cioè di beni che non sono stati acquisiti originariamente per essere venduti, come macchinari, impianti, ecc.), ad un prezzo diverso dal loro valore contabile.

È chiaro che è diverso ottenere un utile dalla gestione ordinaria o dalla gestione straordinaria: nel secondo caso è improbabile che l’utile si ripeta l’anno successivo!

Per questo è opportuno conoscere, distintamente:
• il reddito prodotto dalla gestione ordinaria e, in particolare:
quello prodotto dalla gestione caratteristica (il più importante, detto reddito operativo);
quello prodotto dalla gestione accessorio-patrimoniale;
quello prodotto dalla gestione finanziaria;
• il reddito prodotto dalla gestione straordinaria.

Non esiste uno schema di riclassificazione unico. In genere si utilizzano due modelli di riclassificazione:

• a valore aggiunto;
• a margine di contribuzione.

Di seguito proponiamo una riclassificazione del conto economico ottenuta utilizzando il primo modello. Esso evidenzia, appunto, un ulteriore risultato intermedio rispetto a quelli già menzionati: il valore aggiunto.

Il valore aggiunto viene calcolato come differenza tra il valore della produzione ottenuta nell’esercizio ed il costo dei fattori produttivi (materie prime e servizi) acquisiti all’esterno ed impiegati per ottenere quella produzione.

La sua determinazione consente di valutare quanto valore l’impresa, attraverso i propri processi produttivi, è riuscita ad aggiungere alle risorse comprate da altri soggetti.


1 Da essa dipendono gli oneri dovuti al governo dei mezzi monetari.

Schema di Conto Economico riclassificato

Conto economico riclassificato «a valore aggiunto»

Ricavi vendita prodotti

2370

 

 

 

Abbuoni e sconti passivi

-8

Resi su vendite

-20

=

Ricavi netti di vendita (produzione venduta)

2342

 

 

 

Rimanenze iniziali semilavorati

-100

+

Rimanenze finali semilavorati

130

Rimanenze iniziali prodotti finiti

-120

+

Rimanenze finali prodotti finiti

130

=

Produzione ottenuta nell’esercizio

2382

 

 

 

Consumi materie prime:

 

 

rimanenze iniziali materie prime                                                     -80

 

 

acquisti materie prime                                                                -1100

 

 

rimanenze finali materie prime                                                         60

 

 

sconti e abbuoni attivi                                                                         3

 

 

resi su acquisti                                                                                    5

 

 

Totale consumi materie prime

-1112

Spese generali (per prestazioni di servizi)

160

=

Valore aggiunto

1110

 

 

 

Costo del personale

-630

Quota fondo T.F.R.

-15

Ammortamenti

-155

Quota fondo svalutazione crediti

-10

Quota altri fondi

-5

=

Reddito operativo (della gestione caratteristica)

295

 

 

 

Reddito della gestione accessorio-patrimoniale:

 

 

Oneri diversi (di tipo accessorio e patrimoniale)                            -5

 

 

Proventi vari (di tipo accessorio e patrimoniale)                            25

 

 

Totale reddito della gestione accessorio-patrimoniale

20

 

 

 

Reddito della gestione finanziaria:

 

 

Oneri finanziari                                                                              -150

 

 

Proventi finanziari                                                                             20

 

 

Totale reddito della gestione finanziaria

-130

=

Reddito della gestione ordinaria

185

+

 

 

 

Reddito della gestione straordinaria:

 

 

Proventi straordinari                                                                         10

 

 

Costi straordinari                                                                               -5

 

 

Totale reddito della gestione straordinaria

5

=

Reddito al lordo delle imposte

190

Imposte sul reddito

-80

=

Utile di esercizio

110

 

Conto Economico «a margine di contribuzione»

Come accennato, il conto economico può essere «ristrutturato» anche in modo diverso: ad esempio «a margine di contribuzione».

Se torniamo un attimo indietro ci ricorderemo l’importanza di determinare il «punto di pareggio», la soglia critica di produzione e vendita da superare se vogliamo sperare di guadagnare qualcosa.

Per determinare questa soglia, abbiamo detto, è necessario distinguere i costi in fissi e variabili.

Ecco allora l’utilità di un conto economico come quello a margine di contribuzione, che non solo individui il reddito operativo – il quale resta comunque il fulcro di ogni conto economico riclassificato – ma che sappia anche separare i costi in relazione al loro grado di variabilità. Attraverso un tale conto economico, il calcolo del punto di pareggio sarà pressoché immediato.

Anche se estremamente utile, il conto economico a margine di contribuzione non è però di facile costruzione. E questo perché non è facile distinguere in modo esatto i costi variabili dai costi fissi. Occorre pertanto «arrangiarci», sempre ovviamente nei limiti della ragionevolezza.

A tal fine possiamo pensare di considerare fisse le seguenti voci di costo:

• salari e stipendi;
• ammortamenti;
• fitti, canoni, ecc.;
• spese generali e di amministrazione, pubblicità, formazione, ricerca e sviluppo, ecc.

Tutti i restanti costi li potremo considerare sostanzialmente variabili.

Si badi bene comunque: il conto economico a margine di contribuzione non è «migliore» del modello a valore aggiunto. Ogni modello offre informazioni per rispondere a domande diverse.

► Evidenziando il margine di contribuzione si punta l’indice sul «fatturato critico». A più riprese, abbiamo visto quanto sia importante per un aspirante imprenditore conoscere tale soglia.

► Evidenziando il valore aggiunto, invece, si pone in evidenza la differenza di valore che esiste, ad esempio, fra il «pane» e la «farina» con cui è fatto quel pane. Il pane infatti è prodotto con la farina, ma se è fatto bene ha un valore superiore a quello della farina. Quindi, quanto più valore riusciamo ad aggiungere alle materie – la farina – e ai servizi impiegati nella produzione, tanto più saremo meno in grado di «coprire» tutti gli altri costi che comunque la produzione comporta, e assicurarci un congruo profitto. Al contrario se il nostro pane vale poco più (o addirittura meno) della farina con cui è fatto, avremo difficoltà a coprire i costi di produzione.

Perciò ogni imprenditore deve conoscere bene anche quanto valore aggiunto è in grado di creare.

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09/11/2015 - 12:36

Aggiornato il: 09/11/2015 - 12:36