7 - Partecipazione a fiere e ad altre manifestazioni all’estero


Nel caso in cui un’impresa italiana partecipi ad una fiera o ad altra manifestazione commerciale all’estero, possono verificarsi le seguenti situazioni:

  •  fiere e altre manifestazioni commerciali, con ritorno della merce in Italia;
  •  fiere e altre manifestazioni commerciali, con attività di vendita o distribuzione gratuita in  loco.
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10/10/2019 - 14:46

Aggiornato il: 10/10/2019 - 14:46

7.1 Fiere ed altre manifestazioni commerciali di sola esposizione con ritorno dei prodotti in Italia


E’ il caso dell’invio di vino e di bevande alcoliche presso una fiera o altra manifestazione all’estero, con ritorno dello stesso in Italia al termine della manifestazione (situazione relativamente infrequente).

Fiere in altri Paesi Ue

Procedura:

  •  l’impresa italiana, prima di procedere all’invio del vino e delle bevande alcoliche in fiera, deve individuare un deposito accise o un destinatario registrato nel Paese di destino, idoneo ad adempiere agli obblighi accise previsti dalla normativa del Paese estero;
  •  l’impresa italiana, al momento dello spostamento dei prodotti dalla sede italiana all’estero:
    •  ai fini dell’Iva: deve provvedere all’annotazione dei beni sul registro di carico e scarico di cui all’articolo 50, comma 5, del Dl n. 331/1993. Tale registro, com’è noto, non può essere sostituito dal documento di trasporto;
    • ai fini delle accise: deve  emettere il documento MVV (se piccolo produttore di vino) o il DAA telematico (se produttore dotato di deposito fiscale) sul deposito fiscale del Paese estero o sul destinatario registrato del Paese estero;
  •  al momento del ritorno dei prodotti in Italia, occorre appoggiare la spedizione della stessa su un deposito autorizzato sito nel Paese estero; se l'impresa italiana è un piccolo produttore di vino essa deve appoggiare l'arrivo dei prodotti su un deposito autorizzato italiano o su un destinatario registrato italiano (e ciò in quanto le semplificazioni previste dall’articolo 37 del D.Lgs. n. 504/1995, per il piccolo produttore di vino, riguardano solo la spedizione e non il ricevimento dei prodotti):
    • il deposito autorizzato estero emette DAA telematico sul deposito fiscale italiano / destinatario registrato italiano;
    • l’impresa italiana deve scaricare la merce dal registro di carico e scarico di cui all’articolo 50, comma 5, Dl n. 331/1993.


Fiera in Paesi extra Ue

Procedura:

  •  l’impresa italiana, relativamente all’invio della merce all’estero:
    • dichiara la merce per la temporanea esportazione dall’Italia, ai sensi dell’articolo 214 del Dpr n. 633/1973 (considerata la tipologia di prodotto non è possibile utilizzare la procedura del Carnet ATA);
    •  annota la merce inviata all’estero in un registro di carico / scarico tenuto ai sensi dell’articolo 39 del Dpr n. 633/1972. Tale registro è sostituibile dal documento di trasporto sul quale sia indicato l’invio dei beni all’estero a titolo non traslativo della proprietà;
    • ai fini accise: espleta la procedura prevista per l'esportazione dei prodotti;
    • dichiara la merce per la temporanea importazione nel Paese estero;
  •  l’impresa italiana, relativamente al rientro della merce in Italia:
    • chiude l’operazione di temporanea importazione nel Paese estero;
    • chiude l’operazione di temporanea esportazione dall’Italia;
    • ai fini accise: espleta la procedura prevista per la reimportazione di beni dall’estero;
    • provvede a scaricare il registro di carico/scarico.
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10/10/2019 - 14:50

Aggiornato il: 10/10/2019 - 14:50

7.2 Fiere ed altre manifestazioni commerciali, con attività di vendita e di distribuzione /degustazione gratuita in loco


E’ il caso dell’invio di vino e di bevande alcoliche presso una fiera o altra manifestazione all’estero, nel corso delle quali è prevista la vendita o la degustazione gratuita delle stesse ai partecipanti alla manifestazione.


Fiere in altri Paesi Ue

Le procedure nel seguito delineate sono basate su una rigida interpretazione delle norme Iva vigenti nei singoli Paesi Ue.
E’ possibile che, almeno relativamente alla distribuzione / degustazione  gratuita in loco possano essere ammesse dalla competente Autorità fiscale del Paese estero, soluzioni meno rigide.
E’ bene condurre una verifica preventiva caso per caso.

Procedura:

  •  l’impresa italiana, prima di procedere all’invio del vino e delle bevande alcoliche in fiera, deve
    •  individuare un deposito accise o un destinatario registrato nel Paese di destino, idoneo ad adempiere agli obblighi accise previsti dalla normativa del Paese estero (in certi casi si tratta dello stesso ente organizzatore della fiera);
    • aprire una posizione Iva nel Paese della fiera, per identificazione diretta, oppure, laddove consentito, a mezzo di rappresentante fiscale;
  •  l’impresa italiana, al momento dello spostamento della merce dalla sede italiana all’estero:
    • ai fini dell’Iva: emette fattura di cessione dalla posizione Iva italiana alla posizione Iva del Paese della fiera, relativamente al costo della merce venduta; l'operazione è non imponibile ai sensi dell'articolo 41, comma 2, lettera c), del Dl n. 331/1993; viene presentato il modello Intra 1 bis; l’operazione viene inserita nell’esterometro, salvo che l’impresa italiana trasmetta la fattura allo SDI con il codice destinatario XXXXXXX;
    • ai fini delle accise: emette il documento MVV (se piccolo produttore) o DAA telematico (se si tratta di depositario autorizzato) sul deposito fiscale estero / destinatario registrato;
  •  l’impresa italiana, all’atto della vendita dei prodotti ai clienti:
    • se la normativa del Paese della fiera prevede l’obbligo di emissione della fattura, emette tale documento, indicando sullo stesso:
      •  il corrispettivo relativo alla merce venduta (quantità per prezzo unitario)
      • l’accisa relativa alla merce venduta;
      • la base imponibile ai fini dell’Iva locale, fatta pari al corrispettivo + l’importo dell’accisa;
      • l’aliquota e l’importo dell’Iva del Paese di destinazione;
      • il totale della fattura.

  In caso contrario, l’importo complessivo dell’operazione forma oggetto di altro eventuale adempimento previsto dalla normativa del Paese estero (a esempio: emissione di ricevuta o di scontrino, annotazione nel registro dei corrispettivi);
  Ove la merce venga invece ceduta o somministrata a titolo gratuito, l’impresa italiana deve comunque rendersi debitrice dell’Iva e dell’accisa del Paese estero di consumo.

  •  l’impresa italiana, relativamente alla merce che viene riportata in Italia, opera come segue:
    •  ai fini dell'Iva italiana: emette nota credito per operazione non imponibile articolo 41/2/c del Dl n. 331/1993 e presenta il modello Intra 1 ter; inserisce la nota di variazione nell’esterometro salvo che la stessa venga trasmessa allo SDI con il codice destinatario XXXXXXX;
    • ai fini delle accise: opera lo spostamento dal deposito fiscale dell’altro Paese Ue all’impresa italiana, seguendo la procedura prevista per il ricevimento di beni soggetti ad accisa provenienti da altro Paese Ue.

NB: Alcuni Paesi Ue prevedono l’obbligo di emettere fattura di trasferimento dalla posizione Iva italiana alla posizione Iva estera dell’impresa italiana, solo riguardo alla merce venduta.
In tale evenienza:
• al momento del trasferimento della merce dall’Italia al Paese della fiera, viene semplicemente eseguita un’annotazione sul registro di carico / scarico di cui all’articolo 50, comma 5, del Dl n. 331/1993;
• riguardo alla merce venduta viene emessa la fattura nei confronti dei singoli clienti, come sopra indicato, con simultaneo scarico del registro di carico / scarico, oppure vengono svolti altri eventuali adempimenti previsti dal Paese estero considerato;
• riguardo alla merce ritornata in Italia viene eseguita l’annotazione di scarico nel sopra citato registro.


Fiera in Paesi extra Ue

Procedura:

  •  l’impresa italiana, relativamente all’invio della merce all’estero:
    • dichiara la merce per l’esportazione definitiva dall’Italia, sulla base di lista valorizzata;
    • ai fini delle accise: espleta la stessa procedura prevista per le cessioni all’esportazione a titolo oneroso;
    •  dichiara la merce per l’importazione definitiva nel Paese estero.

            Riguardo a quanto sopra si osserva che, ove nel Paese estero, fosse in vigore un’imposta
            sugli scambi del tipo Iva, l’impresa italiana dovrebbe presumibilmente identificarsi ai fini
            Iva nel Paese estero, in modo da recuperare l’Iva sull’importazione definitiva dei beni e
            applicare l’Iva del Paese estero sulle vendite eseguite in loco.


L'impresa italiana, a propria scelta, in luogo dell'esportazione definitiva dall'Italia /importazione definitiva nel Paese estero può fare ricorso alla procedura dell'esportazione temporanea dall'Italia / importazione temporanea nel Paese estero.
Si ricorda che relativamente ai prodotti alimentari non è possibile fare ricorso alla procedura del carnet ATA.

  • l’impresa italiana, relativamente alla merce venduta o distribuita gratuitamente in loco, pone in essere operazioni che ai fini dell’Iva italiana, sono  non soggette ai sensi dell’articolo 7-bis e 7-quater, lettera a), del Dpr n. 633/1972, rispettivamente nel caso di operazioni di cessione e di operazioni di somministrazione.

Ove tali operazioni, a titolo gratuito, vengano poste in essere in Paesi nei quali vige un’imposta sugli scambi del tipo Iva, l’impresa italiana dovrà applicare la stessa sulle vendite o rendersi debitrice della stessa sulle degustazioni gratuite.    

  •  l’impresa italiana, relativamente all’eventuale  rientro di  merce in Italia:
    • nel  Paese estero: dichiara la merce per l’esportazione definitiva;
    • in Italia: dichiara la merce per l’importazione definitiva (o per il rientro in franchigia, se possibile e conveniente);
    • ai fini accise: espleta la stessa procedura prevista per l’importazione di beni dall’estero.

 

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10/10/2019 - 15:01

Aggiornato il: 10/10/2019 - 15:01