N. 3/2010 - Made In. Aspetti legali e doganali per un corretto utilizzo



INTRODUZIONE
Il processo di internazionalizzazione dell’attività d’impresa obbliga a fare ulteriori riflessioni in merito ai nomi e, più in generale, ai segni che accompagnano i prodotti in un’economia di mercato e che hanno la finalità comune di dare informazioni, di diversa natura, sui medesimi.
Il segno più tradizionale è il marchio, che storicamente ha avuto la finalità di distinguere i prodotti e i servizi sul mercato indicandone la provenienza imprenditoriale e che oggi, alla luce dello sviluppo di sistemi produttivi integrati e delle nuove forme di comunicazione commerciale, assume rilievo anche come strumento di comunicazione di messaggi che vanno oltre la funzione distintiva caratteristica.
Sui prodotti odierni però, oltre al marchio, appaiono spesso ulteriori segni che, in genere, appartengono a due categorie:

  • quelli che indicano determinate qualità del prodotto (ad esempio il marchio di qualità ecologica dell’Unione europea “Ecolabel”)
  • quelli che indicano l’origine geografica del prodotto.

All’interno di quest’ultima categoria, particolare attenzione ha avuto negli ultimi anni, a causa di successive modifiche legislative, il segno “Fatto in Italia” (“Made in Italy” come è maggiormente conosciuto e come verrà indicato nel seguito).
Questa guida vuole quindi rappresentare uno strumento pratico rivolto agli operatori professionali per capire come operare in materia di “Made in” e intende fornire alcune indicazioni di base per difendersi dall’uso scorretto del “Made in Italy” da parte dei concorrenti.

Oltre a poter essere scaricata dal sito, la guida è in distribuzione gratuita presso il Settore Europa e Documenti Estero della Camera di commercio di Torino oppure presso le altre Camere di commercio del Piemonte (contattare lo Sportello Europa).

La guida è stata realizzata in collaborazione con il Centro Estero Camere Commercio Piemontesi.

Scarica la guida (88 pagine, 4,7 Mb)

INDICE

1. L’indicazione dell’origine geografica dei prodotti
1.1 I marchi, in particolare i marchi contenenti indicazioni geografiche
1.2 Il marchio collettivo
1.3 Le indicazioni geografiche e le denominazioni d’origine
1.4 Il “Made in”
1.4.1 Le convenzioni internazionali
1.4.2 La normativa comunitaria

2. Il “Made in Italy”: la normativa italiana vigente

3. Il “100% Made in Italy”, “100% Italia”, “tutto italiano”: la disciplina in base alla normativa italiana vigente

4. Il “Made in Italy”: obbligatorietà e facoltatività dell’apposizione

5. L’uso di segni, figure o marchi e l’origine o provenienza italiana dei prodotti. Il fenomeno dell’Italian sounding

6. Il ruolo dell’Agenzia delle Dogane nell’applicazione della normativa vigente in materia di “Made in Italy”
6.1 Le merci destinate all’importazione
6.2 Le merci destinate all’esportazione

7. Il “Made in” e l’origine preferenziale

8. Il ruolo dell’Autorità Giudiziaria Ordinaria nell’applicazione della normativa vigente in materia di “Made in Italy

9. Le specifiche settoriali
9.1 L’origine per le materie tessili e i loro manufatti
9.2 L’origine per i prodotti agroalimentari
9.3 L’origine per le bevande alcoliche ed analcoliche

Contatti utili

 

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Mercoledì, Gennaio 31, 2018 - 15:49

Aggiornato il: Mercoledì, Gennaio 31, 2018 - 15:49

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