Le cooperative torinesi nel 2024


Comunicato stampa del 1 ottobre 2024

A giugno 2024 si contavano 1.105 imprese, in calo dell’1,7% rispetto a fine 2023, ma del -28,1% rispetto a 10 anni fa. Il comparto nel 2023 ha realizzato 2,8 miliardi di euro come valore della produzione e impiegato oltre 42mila addetti. Pur prevalendo nel primo semestre 2024 la stazionarietà sia del fatturato sia dell’occupazione, il 74,7% degli intervistati si dichiara ancora ottimista per il futuro. Parità di genere, ingresso di personale giovane e azioni ESG al centro delle strategie aziendali per lo sviluppo.

Si è svolta questa mattina a Palazzo Birago la presentazione dei risultati dell’indagine annuale realizzata dalla Camera di commercio di Torino sull’andamento delle cooperative torinesi nel 2023 e nel primo semestre 2024. All’indagine collaborano AGCI Piemonte, Confcooperative Piemonte Nord e Legacoop Piemonte. 

Il mondo cooperativo torinese, che registra da diversi anni un progressivo ridimensionamento in termini numerici, ha vissuto questo primo semestre 2024 in un clima di generale ottimismo, anche se, rispetto al 2023, fatturato e occupazione sono previsti più in consolidamento che in crescita - spiega Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. – Con una maggiore presenza nei servizi a imprese e persone, questo universo imprenditoriale è in costante ricerca di manodopera, con il 47,9% delle realtà intervistate che prevede l’inserimento di nuovo personale, ma sconta difficoltà di reperimento e si interroga su come favorire maggiormente l’ingresso di donne e giovani. Alta (92,4%) la percentuale di imprese che hanno già adottato almeno un’azione ESG”.

“L’analisi condotta con Camera di commercio di Torino conferma anche per l’anno 2023/24 l’impatto delle cooperative sull’economia torinese. Le nostre imprese hanno un ruolo importante in termini di valore della produzione e per i servizi che offrono alla comunità. Ci fa piacere che dopo anni difficili il sentiment sia di ottimismo e crescita. Restano ancora difficoltà nella ricerca di risorse che abbiano l’adeguata formazione e competenza professionale e di giovani che consentano un ricambio generazionale alle imprese. Aspetti che rappresentano per Legacoop Piemonte una sfida importante per un futuro in cui la cooperazione vuole essere sempre più protagonista” dichiara Massimo Rizzo, Vicepresidente di Legacoop Piemonte.

Secondo Irene Bongiovanni, Presidente di Confcooperative Piemonte Nord: "Accogliamo con grande soddisfazione i dati emersi da questa rilevazione, che confermano quanto già osservato: il sistema cooperativo si mantiene solido in tutti i settori storicamente coinvolti. Come emerge in particolare dal settore agricolo, la cooperazione si rivela in molti casi una risposta efficace alle difficoltà del mercato. Uniti è davvero possibile raggiungere obiettivi che sembrano impossibili. Inoltre, vediamo emergere all'orizzonte promettenti percorsi di sviluppo che potrebbero delineare il prossimo futuro della cooperazione, soprattutto nel sostegno a un rinnovato ruolo dell'economia di comunità, oggi rappresentato dalle Comunità Energetiche Rinnovabili, dalle Cooperative di Comunità e dal Turismo Sostenibile. Per l'intero sistema, è fondamentale continuare a lavorare per migliorare l'equilibrio di genere nei ruoli dirigenziali e di governance delle imprese, investendo costantemente sul ricambio generazionale e promuovendo l'integrazione a tutti i livelli dei nuovi cittadini".

Secondo Giuseppe D’Anna, Presidente di AGCI Piemonte Associazione Generale Cooperative: “Il rapporto evidenzia un rallentamento della crescita. Dopo decenni di stabilità, sembra prospettarsi un nuovo “disordine” globale, un mondo certamente più incerto in cui alle variabili di un tempo se ne sommano di nuove: guerra in Ucraina, avvento dell'intelligenza artificiale, rallentamento della crescita, inflazione ed ennesimo inasprimento dei divari sociali. Il dato che più ci preoccupa è quello del calo delle cooperative giovanili. Tale fenomeno assume risvolti decisamente preoccupanti, dal momento che la denatalità e l'invecchiamento della popolazione pongono enormi sfide ai sistemi di welfare soprattutto in mancanza di ricambi generazionali. La fotografia delineata è quella di un Paese certamente inquieto con forti timori, ma che complessivamente dobbiamo sostenere con azioni di fiducia, accettazione e aspettativa positiva”.

Nel 2023 le cooperative torinesi hanno generato 2,8 miliardi di euro in valore della produzione e hanno dato lavoro a 42.438 addetti. È quello dei servizi alle imprese e alle persone il settore in cui le cooperative sono protagoniste: qui converge più della metà (51%) del valore della produzione e oltre il 90% degli addetti. 

In crescita la rappresentatività delle associazioni: AGCI Piemonte, Confcooperative Piemonte Nord e Legacoop Piemonte raccolgono insieme 968 cooperative (+63 rispetto al 2022) che insieme valgono l’85% delle cooperative attive totali della provincia; di queste 761 hanno sede nel torinese, realizzano 2,4 miliardi di valore della produzione, impiegando 31.231 addetti (il 73,6% del totale provinciale). 

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Dati al primo semestre 2024

Al primo semestre 2024 si contano 1.105 cooperative torinesi: si tratta di un dato in flessione, sia se paragonato allo stesso periodo dell’anno precedente (-5,4%), sia rispetto a fine 2023 (-1,7%). Il sistema cooperativo si conferma Torino-centrico: nel capoluogo piemontese ha sede, infatti, il 57,8% delle imprese.

Complessivamente la cooperazione torinese da almeno un decennio registra un calo costante: se a fine 2014 si contavano 1.536 cooperative attive, oggi la fotografia restituisce una perdita di oltre 430 unità (-28,1% in 10 anni).

Per quanto riguarda i settori di attività, i servizi alle imprese (40,5%) e alle persone (27,8%) rappresentano oltre il 68% delle cooperative attive nella città metropolitana di Torino. Entrambi i settori risultano in sofferenza rispetto a fine 2023, mentre l’unico comparto a registrare stabilità nell’ultimo anno è quello delle costruzioni, terzo settore per importanza.

Guardando all’andamento dei settori negli ultimi 10 anni si evidenziano i settori che nel decennio hanno perso il maggior numero di attività. Al netto dell’agricoltura, tutti gli altri settori hanno registrato un’erosione più o meno consistente della numerosità imprenditoriale. È il settore delle costruzioni quello che dal 2014 al I semestre 2024 ha registrato la flessione più consistente (-41,5%).

Componenti imprenditoriali del sistema cooperativo torinese

Se si analizzano le componenti imprenditoriali[1], la più numerosa è rappresentata dalle imprese femminili (315) in calo rispetto a fine 2023. Rappresentano il 28,5% del totale delle cooperative, percentuale più alta rispetto a quanto accade nel sistema imprenditoriale complessivo del torinese (il 22,2%).

In calo sia le imprese straniere (57, erano 64 a fine 2023), il 5,1% del totale, sia le cooperative giovanili (23, erano 27 a fine 2023), il 2% del totale.

Evidente la specializzazione in settori delle diverse componenti: le imprese femminili si concentrano maggiormente nei servizi alla persona (47,6%), le straniere e le giovanili nei servizi alle imprese (rispettivamente 57,9% e 39,1%). 

I risultati dell’indagine 

L’indagine, che ha coinvolto l’universo delle cooperative attive nella città metropolitana di Torino, è stata somministrata a giugno 2024 e ha indagato lo stato di salute delle imprese, le prospettive per il futuro e alcuni temi di attualità come il reperimento delle risorse umane e le azioni intraprese in ambito ESG.

Trend del fatturato e dell’occupazione 

In termini di fatturato quasi il 38% delle imprese ha dichiarato di aver registrato nel 2023 una stabilità del giro d’affari e rimane elevata la quota delle imprese (il 46,2%) che ha dichiarato un incremento del giro d’affari rispetto al 2022. Il trend migliore si registra tra le cooperative di salute e sociale, seguite da quelle del turismo, cultura media e sport. Anche dal punto di vista dell’occupazione si registra un consolidamento, con un 25% dei rispondenti che registra un aumento degli addetti. 

Nonostante il 74,7% delle cooperative si dichiari ottimista per il futuro, i dati per il primo semestre 2024 risultano abbastanza positivi, anche se in rallentamento e più orientati alla stabilità: il fatturato è registrato in aumento per solo il 23,1% delle aziende, ma stazionario per il 56,3%, mentre l’occupazione risulta stabile per la maggior parte delle imprese (78,4%). 

Risorse umane: strategie per under 35 e parità di genere

Anche se l’universo cooperativo offre costantemente opportunità lavorative (il 47,9% delle imprese intervistate prevede l’inserimento di nuovo personale sia per sostituzioni, sia per ampliamento dell’attività), quasi la metà delle cooperative dichiara di aver riscontrato difficoltà di reperimento di nuove risorse, soprattutto a causa dell’inadeguatezza della formazione e delle competenze del personale esaminato. 

La presenza di giovani (27,3%) e soprattutto di donne (72,2%) risulta già elevata, ma si possono individuare alcune azioni per incoraggiare un maggiore inserimento di queste categorie nel mondo cooperativo. Ad esempio, per i giovani risultano importanti orari flessibili e percorsi di crescita professionale; per le donne azioni di conciliazione tra vita e lavoro, l’introduzione del part-time e in generale la possibilità di avere orari flessibili. Ad oggi, tuttavia, già una cooperativa su due ha donne inserite nelle posizioni apicali dell’impresa.

Azioni in ambito ESG

Il 92,4% delle cooperative ha già adottato almeno un’azione in tema ESG, soprattutto in ambito sociale, con politiche per la salute e la sicurezza dei lavoratori. In ambito ambientale, spicca la produzione di energia da fonti rinnovabili, un’attenzione che si rispecchia anche nell’ambito della governance, con la stesura di piani coerenti con la transizione energetica e di report di sostenibilità.

[1] Si considerano femminili o straniere le imprese la cui partecipazione rispettivamente di donne o di stranieri risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da donne o stranieri. Si considerano giovanili le imprese la cui partecipazione di giovani risulta complessivamente superiore al 50%, mediando la composizione di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da giovani (under 35). 

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Martedì, Ottobre 1, 2024 - 12:54

Aggiornato il: Martedì, Ottobre 1, 2024 - 12:54

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