• Documenti e certificati per l'estero - Certificati di origine e Visti estero

01. Per comunicare lo smarrimento di un certificato di origine si può fare un’autodichiarazione?

No, occorre fare denuncia di smarrimento presso le autorità competenti. Solo presentando la denuncia è possibile richiedere l'emissione di un nuovo Certificato di Origine in sostituzione di quello smarrito.

02. I prodotti importati e nazionalizzati in Italia prendono l’origine italiana?

No, a meno che non subiscano trasformazioni sostanziali.

03. Devo partecipare ad una fiera negli Emirati Arabi, mi richiedono un certificato di origine, non emetto un fattura definitiva ma solo una lista valorizzata; posso richiederlo ugualmente?

Si, ma anche il Certificato di origine, come la fattura, diventa “PROFORMA” e si deve spuntare la casella “PROFORMA” nell’ultima videata della pratica telematica trasmessa tramite la piattaforma Cert’O.

04. Il legale rappresentante di una società può delegare alla firma dei C.O. il responsabile dell’ufficio estero?

No, le uniche persone che possono firmare sono quelle che hanno poteri di firma per atti amministrativi denunciate al Registro Imprese della Camera di commercio.

05. La Turchia richiede per ogni spedizione il certificato di origine, ma è sempre necessario?

In base all’accordo tra la UE e la Turchia i prodotti esportati verso la Turchia, scortati dal certificato ATR, godono dell’abbattimento daziario, a prescindere dalla loro origine, ad eccezione dei prodotti agricoli e quelli siderurgici (ex CECA) per i quali l’origine preferenziale viene attestata tramite l’Eur1.

Il Governo turco, con regolamento 2017/10926 della DG 30270 del 14 dicembre 2017, entrato in vigore il 13 gennaio 2018, ha introdotto un dazio aggiuntivo all’importazione di alcuni determinati prodotti.

La nuova Decisione obbliga le imprese con sede all’interno della UE, che realizzano prodotti in paesi ExtraUE (con i quali la Turchia non ha in vigore un accordo commerciale preferenziale), a sostenere un’ulteriore tassa con l’obiettivo di contrastare l’importazione di beni prodotti al di fuori dell’Unione Europea.

I prodotti interessati dalla nuova normativa sono individuati dalle seguenti tariffe doganali:

3922, 3923, 3924, 3925, 3926, cap. 42, cap. 43, cap. 50, cap. 51, cap. 52, cap. 53, cap. 54, cap. 55, cap. 56, cap. 57, cap. 58, cap. 59, cap. 60, cap. 61, cap. 62, cap. 63, cap. 64, cap. 65, cap. 66, cap. 67, cap. 68, cap. 69, cap. 70, cap. 84, cap. 85, cap. 87, cap. 88, cap. 89, cap. 90, cap. 91, cap. 92, cap. 94, cap. 95, cap. 96.

Come conseguenza di tale procedura può essere richiesto dalle autorità turche un certificato di origine, al fine di verificare l'effettiva origine di tale merce.

Occorre però precisare che, se i prodotti esportati, sono accompagnati da un certificato ATR, non sarà necessario allegare il certificato d’origine, fatto salvo i casi determinati dal Ministero turco in base ai criteri di rischio.

Le nuove disposizioni sembrerebbero aver creato confusione anche presso gli importatori turchi. Si assiste infatti ad un aumento considerevole delle richieste del certificato d’origine anche quando non sarebbe necessario.

Si consiglia quindi di richiedere all’importatore di verificare l’effettiva necessità di rilascio del certificato d’origine. In alternativa al certificato potrebbe, inoltre, essere sufficiente una “exporter declaration” firmata dall’esportatore comunitario. Le richieste di certificato di origine verranno comunque evase senza limitazioni.

Si fa infine presente che, nella pratica, quasi tutte le esportazioni da parte di società che detengono lo status di AEO sono esenti dall'obbligo di certificazione di origine.

06. È obbligatorio richiedere il C.O. per ogni esportazione che si effettua?

No. Il C.O. va presentato solo se richiesto dall’importatore, da chi sdogana la merce o da una lettera di credito.

07. Ho già richiesto un certificato di origine presso di voi, ma mi sono accorta solo adesso che mi era stato richiesto di compilarlo in inglese. Si può ancora aggiungere la traduzione in inglese e riportarvelo per un visto di convalida?

No. Nessuna correzione può essere fatta sul C.O. dopo la sua vidimazione e rilascio; se la ditta si accorge, dopo la vidimazione, che il C.O. è errato, deve riconsegnarlo allo sportello per l’annullamento e contemporaneamente ne presenterà uno nuovo compilato in modo esatto, allegando nuovamente tutta la documentazione e pagando il nuovo C.O.

08. Fra i documenti necessari per esportare mi chiedono il visto della Camera di commercio sul Certificato Sanitario rilasciato dall’ASL, posso ottenerlo?

Si, la Camera di commercio può apporre un visto per deposito, purché sia riferito ad una ditta iscritta alla nostra Camera di commercio. Il visto va richiesto tramite la piattaforma Cert’O con STAMPA IN AZIENDA e il timbro elettronico dovrà essere stampato sul retro del certificato sanitario.

09. Chi sa dirmi quali documenti servono per esportare in Egitto?

Se consulta il sito www.schedeexport.it troverà informazioni sui documenti che generalmente vengono richiesti per esportare nei vari paesi, oltre agli indirizzi delle rappresentanze diplomatiche. Deve sempre però basarsi sulle istruzioni dettagliate del cliente straniero.

10. La lettera di credito mi richiede un certificato di origine in cui risulti da chi è stata prodotta la merce. Posso scrivere sul certificato una dichiarazione?

No, il certificato di origine non può contenere dichiarazioni di nessun genere. Se la merce è stata prodotta direttamente da voi, può aggiungere  la dicitura "produttore/manufacturer" seguita dal nome e indirizzo della vostra ditta nella casella n. 1 relativa allo speditore.