3.5.5 - L'organizzazione e la gestione delle risorse umane


Saper gestire il personale

Qualsiasi prodotto o servizio è opera dell’uomo. Per questo un’attenta gestione delle risorse umane rappresenta spesso quel «qualcosa in più» che permette di raggiungere il successo. Un personale preparato e motivato, che si impegna nella produzione e dedica attenzione ai clienti, sarà certo apprezzato dal mercato.
Per questo ogni buon imprenditore deve prestare molta attenzione alla gestione dei propri dipendenti, per far sì che comprendano e condividano i suoi obiettivi.

Organizzare l’azienda

Qual è la formula organizzativa più opportuna? Le formule in uso sono molteplici (organizzazione gerarchica, funzionale, per prodotto ecc.) e tutte possono, a seconda dei casi, risultare più o meno adatte alle esigenze del neo-imprenditore.
Per una nuova piccola impresa, però, il modello organizzativo più adatto è quello della «struttura semplice», cioè non formalizzata, elastica, incentrata su una sola persona che ha il ruolo di leader.
Le imprese che adottano una «struttura semplice» sono generalmente aziende giovani e di piccola dimensione, in cui il ruolo di leader viene riconosciuto alla figura dell’imprenditore-fondatore.

Semplice, comando io
La «struttura semplice» è un modello di organizzazione aziendale adatto alle nuove piccole imprese, le cui caratteristiche possono essere così sintetizzate:
• accentramento decisionale nelle mani del titolare;
• bassa specializzazione dei compiti;
• scarsa presenza di sistemi di pianificazione e controllo;
• scarsa formalizzazione delle procedure.

«Semplice è bello» all’inizio, ma...

La struttura semplice può dimostrarsi efficace all’inizio: con il trascorrere del tempo, però, sarà necessario modificarla. Se l’azienda aumenta di dimensioni l’imprenditore non potrà più decidere tutto da solo: non avrà più il tempo per occuparsi personalmente di ogni dettaglio, e se lo farà rischierà di commettere degli errori. E questo comportamento accentratore, comunque, sarà demotivante per i suoi collaboratori migliori. Si attraverserà, allora, una fase delicata nella vita dell’impresa.

L’Impresa sono Io
A volte è proprio l’imprenditore a resistere ai necessari mutamenti organizzativi. Spesso infatti i fondatori di un’impresa, oltre agli innegabili pregi hanno due grandi difetti:
• si «innamorano» della propria azienda e dei propri prodotti, al punto che non vogliono cambiarli anche quando è indispensabile;
• non sono molto disponibili a delegare compiti e responsabilità ad altri.
Sono reazioni naturali e comprensibili. Ma è necessario superare questa fase, altrimenti verranno inevitabilmente perse le ulteriori opportunità di sviluppo.

Mai innamorarsi troppo delle proprie idee, dunque, anche se si sono dimostrate valide in passato. Bisogna accettare i cambiamenti ed essere pronti a sperimentarli: senza però cadere nell’errore opposto, innamorarsi di tutto ciò che è «nuovo».

Ma il secondo difetto, l’incapacità di delegare, è ancora più grave. Come evitarlo? Anche in presenza di una struttura organizzativa estremamente semplificata, è possibile fin dall’inizio delegare ai propri collaboratori dei compiti ben precisi affidandogli degli obiettivi da raggiungere (purché ovviamente coerenti con la mission aziendale, cioè le finalità complessive dell’impresa).

Tali obiettivi dovranno essere discussi e condivisi da tutti. Sarà compito dell’imprenditore, poi, valutare i risultati di ognuno, e di conseguenza premiarlo o meno in base ai risultati che ottiene.

Questo metodo di governo dell’impresa presenta molti vantaggi:
• è motivante per il personale, che si sente autonomo e responsabile;
• consente all’imprenditore di dedicare più tempo alle cose veramente importanti, di non perdersi nei particolari;
• favorisce le eventuali evoluzioni nel modello organizzativo, perché evita il trauma della «perdita di potere» da parte dell’imprenditore.

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09/11/2015 - 11:34

Aggiornato il: 09/11/2015 - 11:34