• Contraffazione

A cosa serve un’etichetta?

L’etichetta offre al consumatore indicazioni complete sul prodotto che acquista, si colloca come veicolo di informazioni tra le materie prime, il processo produttivo, l’azienda di produzione e il consumatore finale. Essa è indispensabile per valorizzare il prodotto e differenziarlo dalla concorrenza.

Le informazioni da inserire in etichetta sono regolamentate da normative nazionali ed europee, che hanno l’obiettivo di garantire una corretta informazione.

Essa deve assicurare la corretta e trasparente informazione del consumatore, non deve indurre in errore l’acquirente sulle caratteristiche della merce, non deve attribuire al prodotto effetti o proprietà che non possiede e non deve suggerire che il prodotto possiede caratteristiche particolari, quando tutti i prodotti analoghi ne possiedono di identiche.

Che cosa si intende per frode alimentare?

Per frode alimentare si intende la produzione ed il commercio di alimenti non conformi alle normative vigenti. Le frodi alimentari possono essere di due tipi: commerciali e sanitarie.

Le FRODI COMMERCIALI avvengono quando, nell’ambito di un’attività commerciale, si consegna ad un acquirente un prodotto che, per origine, provenienza, qualità o quantità, sia diverso da quello dichiarato o pattuito. In questo caso non c’è alterazione della qualità della merce, ma un illecito profitto a danno del consumatore per differenti dichiarazioni circa la quantità o la provenienza della medesima. Le indicazioni in etichetta sono errate e/o non reali e indicano qualità e composizione del prodotto non corrispondenti al vero. Il danno per il consumatore è di tipo economico.

Le FRODI SANITARIE avvengono, invece, con azioni che rendono nocivo un alimento e che costituiscono un pericolo per la salute pubblica. Esse mascherano difetti o cattiva conservazione dei prodotti e possono avere conseguenze igienico-sanitarie a danno dei consumatori.

Come proteggersi dal furto di identità commerciale?

Controllare costantemente estratti conto, ordini e fatture. Portare a conoscenza dei terzi l’elenco dei soggetti autorizzati dalla società a concludere contratti a nome suo, e ripetere periodicamente questa comunicazione con i debiti aggiornamenti. Segnalare tempestivamente ogni modifica o revoca.

Tenere aggiornati i propri strumenti di pubblicità, in specie quelli on-line, affidandone la gestione a soggetti competenti e fidati.

Controllare con regolarità tramite motori di ricerca la presenza della propria società nel web, per avere immediata notizia di eventuali siti impostori (i FAKE) o di indebite intrusioni sul proprio.

Avvalersi della tutela di legge su marchi, brevetti e diritto d’autore.

Come proteggersi dal furto di identità?

Non perdere di vista la propria carta di credito quando la si consegna per effettuare dei pagamenti. Schermare la tastiera quando si digitano codici e PIN. Conservare in luoghi sicuri e diversificati i documenti d’identità e quelli che contengono altri dati personali. Monitorare i movimenti di dare e avere del proprio conto corrente. Distruggere con cura i documenti di cui ci si intende disfare. Controllare la regolarità della ricezione delle bollette e comunicare immediatamente eventuali cambi di residenza a tutti i contatti abituali.

Come proteggersi dal phishing?

Navigare solo su siti sicuri ed evitare di cliccare su link a siti sconosciuti o sospetti. Verificare gli indirizzi (URL) dei siti che si visitano: l’URL del sito camuffato non corrisponde a quello originale.

Diversificare le password e modificarle periodicamente, evitando di costruirle utilizzando dati facilmente immaginabili.

Cosa rischia un consumatore che acquista beni contraffatti?

Innanzitutto mette a repentaglio la propria salute, perché i prodotti del mercato illecito, essendo fuori dal controllo di qualità delle imprese produttrici, sono fabbricati con materie prime di bassissima qualità e senza rispettare i rigorosi standard previsti dalla normativa vigente.

Sotto il profilo pecuniario, inoltre, l’acquirente finale che acquista a qualsiasi titolo delle cose che inducano a ritenere che si sia verificata una violazione delle norme in materia di origine e provenienza dei prodotti e in materia di Proprietà industriale (e, a tal proposito, i parametri richiesti dalla norma che devono essere presi in considerazione sono la qualità della merce, la condizione di chi la offre, l’entità del suo prezzo) può incorrere in una sanzione da 100 euro a 7.000 euro, in quanto colpevole di un illecito amministrativo.

Cosa rischia un operatore commerciale che acquista beni contraffatti?

Nel caso in cui l’acquisto di un bene contraffatto sia effettuato da un operatore commerciale o importatore o da qualunque altro soggetto diverso dall’acquirente finale, la sanzione amministrativa pecuniaria è stabilita da un minimo di 20.000 euro fino ad un milione di euro. Coloro i quali comprano merce falsa per rivenderla sono colpevoli di un reato penale, per il quale l’art. 712 del Codice Penale prevede l’arresto fino a sei mesi.

Cosa si intende per concorrenza sleale?

Secondo il Codice civile (art. 2598) compie atti di concorrenza sleale chiunque:

  1. usa nomi o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o con i segni distintivi legittimamente usati da altri, o imita servilmente i prodotti di un concorrente, o compie con qualsiasi altro mezzo atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l'attività di un concorrente;
     
  2. diffonde notizie e apprezzamenti sui prodotti e sull'attività di un concorrente, idonei a determinarne il discredito, o si appropria di pregi dei prodotti o dell'impresa di un concorrente;
     
  3. si vale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l'altrui azienda.
Cosa si intende per contraffazione?

In termini generali, contraffare significa riprodurre un bene in modo tale che venga scambiato per l’originale. Nel concreto, si tratta di produrre, importare, vendere o impiegare prodotti o servizi coperti da un titolo di Proprietà industriale (marchio, brevetto, disegno/modello) senza l’autorizzazione del titolare.

Cosa si intende per imitazione servile?

L’imitazione servile dei prodotti di un concorrente è una forma di concorrenza sleale basata sulla copiatura dell’aspetto complessivo di un prodotto, purché tale imitazione sia in grado di fare apparire agli occhi di un consumatore che un bene proviene da un imprenditore quando, invece, è prodotto da un concorrente. La forma copiata deve essere capace di rendere il prodotto riconoscibile, quindi non è imitazione servile imitare forme comuni o caratteristiche di tutti i prodotti appartenenti a un determinato genere.